L'artista e la psicoanalisi (1924)
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2038-6184/2132Parole chiave:
Arte, Psicoanalisi, Freud, Artista puro, Relazioni formaliAbstract
In questo testo del 1924, Roger Fry, artista inglese e critico d’arte espone le sue teorie sull’arte e sul processo estetico. In qualità di artista, accusa la psicoanalisi e gli psicoanalisti di avere una concezione riduttiva del vero valore dell’arte e degli artisti. A suo avviso, esistono due gruppi distinti di artisti che producono due tipi distinti di opere e che hanno due obiettivi diversi. Nel primo troviamo l’“artista impuro” che nei suoi lavori realizza un mondo immaginario, nel quale lui e i suoi ammiratori – come nota Freud – trovano un appagamento alle insoddisfazioni delle loro pulsioni. Nel secondo gruppo abbiamo invece l’“artista puro”: spinto dall’amore per la pura bellezza e lontano dalla vita istintiva, egli è in grado di creare opere nelle quali le qualità formali superano il contenuto, nelle quali lui e il suo pubblico trovano un piacere derivato dalla contemplazione delle relazioni e corrispondenze formali.
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