Diversamente-bello, amabilmente freak: l’anatomia eccentrica ed i suoi itinerari di riconciliazione
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2038-6184/6048Parole chiave:
Freak, Brutto, Storia dell’arte, Rosenkranz, BronzinoAbstract
Lo spettacolo dei freaks, attraversando i secoli, ha raggiunto la contemporaneità ed i suoi media. Malgrado la scienza abbia chiarito le cause alla base di morfologie atipiche, svincolando così l’anomalia umana dal fardello del mito che soggiogava gli antichi, e nonostante il bombardamento di immagini orrifiche cui quotidianamente siamo sottoposti, il freak continua ad esercitare su di noi un fascino sinistro. L’analisi estetica del freak e dei prodotti artistici che da esso derivano rende conto del suo successo senza tempo, spiega, insomma, perché, benché l’apparenza sgradevole, esso attragga e risulti, per paradosso, “bella” la sua raffigurazione. La messa in scena della patologia suscita orrore misto a piacere e riso, non soltanto per via dell’insito aspetto caricaturale del freak, ma per ragioni che, inaspettatamente, possiamo rintracciare in noi stessi.
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