Sibylle Lacan. Il nome del padre, la voce della figlia

Autori

  • Sandra Teroni

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2038-6184/3494

Parole chiave:

Jacques Lacan, Biografia, Padre, Figlia, Storia della psicoanalisi,

Abstract

Con la sua datazione - “agosto 1991-giugno 1994” - il libro di Sibylle Lacan Un padre esplicita che la scrittura ebbe inizio nell’anno del decennale della morte del padre, celebrato dall’altra figlia Judith Miller con un lussuoso Album Jacques Lacan che vuole essere un “monumento” degno della memoria del padre. Il “puzzle” di Sibylle, al contrario,  è all’insegna della frammentazione: del ricordo, del discorso e del racconto, del nucleo familiare, della comunicazione disturbata dal non detto, dell’io stesso. Mette in scena una ricerca del padre costantemente destinata allo scacco, e la devastazione che ne consegue. Il raffronto con i colloqui riportati da Elisabeth Roudinesco nella sua biografia di Lacan (1993) getta una luce interessante sulla gestazione del libro e sulla sua funzione di ri-nascita. Una nascita alla scrittura, che il libro successivo di S. L. Points de suspension (2000) sancisce e di cui al tempo stesso enigmaticamente annuncia la perdita irreparabile.

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Pubblicato

2013-03-02

Come citare

Teroni, S. (2013). Sibylle Lacan. Il nome del padre, la voce della figlia. PsicoArt – Rivista Di Arte E Psicologia, 3(3). https://doi.org/10.6092/issn.2038-6184/3494

Fascicolo

Sezione

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