Lo sguardo disperso. Vedere l’opera nell’epoca dei musei smemorati
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2038-6184/7282Parole chiave:
museo contemporaneo, memoria collettiva, esperienza estetica, distrazione, loci memoriaeAbstract
Questo saggio è una riflessione sul funzionamento del museo contemporaneo e, in particolare, sulle dinamiche percettive che l’installazione, l’opera interattiva o multimediale instaurano con il fruitore, in relazione allo spazio che li contiene. La scomparsa dello sguardo concentrato, a favore di una visione dispersiva, atmosferica e avvolgente fa sì che all’interno del museo oggi si consumi un’esperienza emozionale, fatto non più solo peculiare dei memoriali. Il museo progetta un’esperienza visiva e corporea delle opere più fluida, più che “distratta”, potremmo dire in stato di distrazione, che invita alla circolazione e all’esplorazione. Un microcosmo che scoraggia l’orientamento lineare e il senso della lontananza, che è incline a presentificare la relazione con lo spazio e con il tempo. Il presente del sentire individuale è oggi la dimensione privilegiata di esistenza di quelli che una volta nascevano come luoghi in cui preservare la memoria collettiva. Una sorta di percezione senza memoria promana dagli spazi del museo contemporaneo.
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