I Tartari e il deserto. Riflessioni di uno psicoanalista a partire dal "Deserto dei Tartari" di Dino Buzzati
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2038-6184/3126Parole chiave:
Dino Buzzati, Sogno, Psicoanalisi,Abstract
L’opera di Buzzati suggerisce all’analista, anche in accordo con lo stile “onirico” proprio dell’autore, come un lungo sogno che si sviluppa a partire da una situazione di “passaggio” di una fase della vita in cui la capacità di contenimento dell’esperienza emozionale viene profondamente messa in crisi. La crisi del contenitore, che si palesa fin dalle prime righe del racconto, mette in movimento dei sistemi di autocontenimento che dovrebbero garantire l’evitamento dell’esperienza traumatica: la negazione del tempo, con la conseguente sospensione dell’esperienza in uno stato di “attesa”, meccanismi ossessivi e “omosessuali” tendenti all’evitamento di ogni esperienza del differente che possa sconvolgere una apparentemente tranquillizzante omeostasi, sono rappresentati nei personaggi e nelle situazioni del “sogno”, per giungere infine ad una visione drammatica delle loro conseguenze.
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