L’immagine ricreata. L’esperienza del sacro nell’arte contemporanea seguito da Intervista con James Elkins
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2038-6184/2474Parole chiave:
sacro, arte contemporanea, religione, James Elkins, fruitore..Abstract
Il saggio tenta di analizzare il rapporto tra il sacro e l’arte contemporanea alla luce dei recenti studi del professore americano James Elkins. Secondo l’autore del testo On the strange place of religion in contemporary art, l’arte e la religione, in passato, nella reciproca dipendenza inveravano la dimensione costitutiva e originaria dell’uomo; rivelavano la condizione rituale, cultuale, individuale e collettiva che risponde alla primordiale sacralità della vita. L’osmosi ha lasciato il posto alle singole entità non più sovrapponibili nell’era secolarizzata. In un’epoca dominata dalla razionalità della tecnica, per la maggior parte della produzione artistica contemporanea il tema religioso sembra debba essere intrecciato e connaturato al lavoro creativo. Per evitare il rischio di far risultare l’arte come “propaganda” per la religione, deve apparire, secondo Elkins, la figura dell’artista meditativo e incerto, sia sull’arte che sulla religione: ambiguità, autocritica e ironia devono insinuarsi nell’opera per decretarne l’appartenenza allo statuto delle belle arti. La religione, come il pensiero mitico, il pensiero simbolico e la ragione, fanno parte dell’uomo, sono insite nell’uomo religioso e a-religioso, ugualmente la psicologia, come la religione in passato, si è occupata di “guarire” l’anima, di scoprire la sfera più segreta dell’individualità. La distruzione o meglio la separazione di questi linguaggi ha comportato un indebolimento dell’Io, un allontanamento dal centro, un disorientamento espresso visivamente dall’artista. La perdita di orientamento si traduce in una leggerezza dell’esistenza, fatta di molteplici direzioni, di infinite Weltanschauungen, in cui si incrociano linguaggi, culture, religioni, ideali, valori che generano vie emancipative diversificate, plurime.
L’esclusività e l’intimità del rapporto fra chi guarda e l’opera, che genera stupore, meraviglia, fascinazione (o il contrario), consente di porsi nella condizione di percepire la spiritualità, la sacralità, il sentimento religioso, di avvertirla come sensazione senza doverla necessariamente riconoscere nello stile, nelle forme o nei simboli della tradizione.
Il sacro rimanda ad una idea di straordinarietà, evoca timore, venerazione, qualcosa di intoccabile perché assolutamente riservato; lo spazio sacro indica uno spazio limitato, separato da quello ordinario, e il tempo è un tempo fuori dell’ordine normale, sospeso.
Downloads
Pubblicato
Come citare
Fascicolo
Sezione
Licenza
Copyright (c) 2012 Marta Gabriele
I diritti d'autore e di pubblicazione di tutti i testi pubblicati dalla rivista appartengono ai rispettivi autori senza alcuna restrizione.
La rivista è rilasciata sotto una licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 International (licenza completa).
Vedere anche la nostra Open Access Policy.