L’uso e la contemplazione (1973)
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2038-6184/4217Parole chiave:
Arte, Tecnica, Artigianato, Uso, Contemplazione.Abstract
Quando nel 1973 Octavio Paz scrive El uso y la contemplación, il mondo occidentale aveva già da tempo conosciuto ed assimilato gli effetti della cultura della tecnica. Anzi, si potevano già registrare segnali di controtendenza: la tecnica, che aveva pienamente compiuto la propria parabola evolutiva, stava generando i propri antidoti. Il carattere transazionale, seriale, anonimo, asettico dell’oggetto industriale destinato alla discarica veniva controbilanciato dalla riabilitazione di quei valori di cui l’oggetto artigianale è da sempre stato dispensatore: il richiamo al corpo e ad una sorta di “erotismo” estetico, la socialità e la compartecipazione, la particolarità locale, un peculiare tipo di trasmissione della memoria e del sapere. Paz riscopre nel manufatto artigianale la capacità di riattivare quelle dimensioni dell’esistere neutralizzate dall’industria (orientata alla funzione dell’uso) e trascese dalla religione artistica moderna (consacrata dalla funzione della contemplazione).
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